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Horologe

Roman Signer
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L’edizione 2012 di ALL’APERTO è firmata dall’elvetico Roman Signer, al suo primo progetto pubblico in Italia. Intitolata “Horloge”, l’opera è una “scultura-tempo” – come l’artista stesso la definisce – alta quattro metri. Simile a un grande orologio da stazione, ha tuttavia un quadrante privo di lancette: a segnare il passaggio dei minuti, ogni quarto d’ora, è uno sbuffo di vapore ad alta pressione, ogni volta diverso e pronto a svanire nel nulla, come gli attimi che compongono la vita.

Con ironia e leggerezza, Signer invita così gli spettatori a una periodica riflessione esistenziale. “Solo il tempo umano sembra scorrere con regolarità”, dice, “mentre la natura, l’energia e le cose seguono un flusso diverso, dove è piuttosto il cambiamento a fungere da regola”.

“Horloge” è collocato lungo via Roma, nei pressi dell’ingresso principale al Lanificio Zegna, perché Signer l’ha ideato nel corso di una passeggiata sul tetto della fabbrica, dominato dalla presenza di un’alta ciminiera in mattoni e dalla costante fuoriuscita del vapore degli impianti. Con il suo “filo” di fumo, l’artista stabilisce un legame tra tempo del lavoro e tempo libero, come pure tra Trivero e il paesaggio che gli è più familiare, quello delle colline del Cantone di San Gallo, costellate dalle ciminiere delle fabbriche tessili.

Con i suoi silenziosi sbuffi a orologeria, “Horloge” intende cogliere lo spettatore di sorpresa, come un’apparizione surreale, ma anche inserirsi con semplicità e senza clamore nei ritmi del paese.

L'ARTISTA

Roman Signer

Roman Signer è nato ad Appenzell (CH) nel 1938. Vive e lavora a St. Gallen (CH). Ha studiato alla Schule für Gestaltung di Zurigo (1966) e Lucerna (1969-71), e all’Accademia di Varsavia (1971-72). Dai primi anni Settanta, incentra la propria ricerca su un nuovo concetto di scultura, legato alla processualità, alla trasformazione e al movimento.

Crea “esperimenti”, azioni e installazioni cinetiche, utilizzando sia oggetti quotidiani, sia materiali e forze naturali come aria, acqua, sabbia e fuoco, oltre a vere e proprie esplosioni. Per la documentazione si affida a film, video e fotografie.

Dagli anni Ottanta, realizza anche installazioni pubbliche (tra le più recenti: 2x Stiefel, 2004, Monaco; Koffer, 2007, Zurigo; Wassertisch, 2008, Appenzell; Le Pendule, 2009, Nantes). Ha partecipato a Documenta 8, Kassel (1987) e allo Skulptur Projekte, Münster (1997). Nel 1999 ha rappresentato la Svizzera alla Biennale di Venezia.

Tra le personali degli ultimi anni: Camden Arts Centre, Londra (2001); OK Centrum für Gegenwartskunst, Linz (2005); Ludwig Forum, Aachen; Aargauer Kunsthaus, Aarau (2006); The Fruitmarket Gallery, Edinburgo; Hamburger Bahnhof, Berlino (2007); Bonnefantenmuseum, Maastricht; Helmhaus Zürich, Zurigo (2008); Kunsthaus, Zug (2009); Swiss Institute, New York; Sprengel Museum, Hannover, (2010); Sala de Arte Publico Siqueiros, Mexico City (2011); Hangar à Bananes, Nantes (2012).