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Amicizia, colori e profumo di estati lontane

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Storie di amicizia, di crescita personale e professionale: sono ancora vivi i ricordi delle lontane estati degli anni Sessanta, quando la Colonia Alpina ospitava migliaia di bambini, figli di dipendenti del Lanificio Zegna e delle ditte iscritte all’Unione Industriale Biellese.

Per conoscere il punto di vista “degli animatori”, come li chiameremmo oggi, abbiamo intervistato Giuseppina, che ci ha raccontato la sua esperienza nel ruolo di “assistente”.

 

Giuseppina, in quali anni ha lavorato come assistente alla Colonia Alpina di Trivero?

Ho cominciato nel 1965, con la direttrice Laura Foglia… allora avevo 23 anni e lavoravo come maestra alle scuole elementari. Sono poi ritornata nel luglio del 1966 e del 1967, quando subentrarono i Salesiani: ricordo ancora molto bene Don Franco e Don Mario, che intrattenevano i ragazzi raccontando le storie di Don Bosco.

 

Può raccontarci i suoi ricordi della colonia?

Ricordo un clima molto famigliare, che mi ha permesso di instaurare un rapporto molto affiatato sia con le colleghe che con i ragazzi. Il primo anno non avevo ancora molta esperienza con i bambini: le tre settimane trascorse in colonia mi hanno permesso di conoscere il loro comportamento al di fuori dall’ambiente scolastico, e questo mi ha aiutato anche nella mia professione di maestra a scuola. I ricordi più belli della colonia sono legati alla complicità che si era instaurata con le colleghe, nel comune intento di rendere piacevole il soggiorno per i bambini. Il rapporto di amicizia con Daniela, Alida e Nicoletta, che all’epoca erano ancora studentesse, e con l’infermiera Lucia, si è mantenuto nel tempo: conservo ancora le lettere e i biglietti di auguri che ci siamo scambiate negli anni.

 

Come si svolgevano le vostre giornate?

La giornata cominciava con la sveglia accompagnata dalla musica, poi la colazione in refettorio con il caffelatte nelle ciotole di latta, dopodiché c’era il momento dedicato alla preghiera, dove i bambini stavano tutti allineati, in divisa, in religioso silenzio. La mattinata proseguiva con una bella passeggiata fino alle località di Stavello, di San Bernardo, del Margosio… Si ritornava per pranzare nel refettorio, dopodiché c’era il gioco pomeridiano. Nelle giornate di pioggia non era facile intrattenere i ragazzi: utilizzavamo lo spazio del refettorio ma gestire 300 bambini era tutt’altro che una passeggiata! Poi di notte, dovendo garantire l’assistenza ai bambini, non si dormiva molto… L’Unione Industriale Biellese prestava molta attenzione alla salute dei ragazzi: ogni giorno un medico si recava a visitare la colonia, mentre un’infermiera era sempre presente.

 

Ricorda qualche aneddoto in particolare?

Ho un bellissimo ricordo legato al colore e al profumo dei ciclamini che adornavano sempre la cappella. Un giorno, preparammo una bellissima cesta colma di ciclamini che portammo alla Contessa Virginia, moglie di Ermenegildo Zegna.

 

Era severa con i bambini?

Noi assistenti dovevamo essere un po’ severe, per far rispettare le regole, ma cercavamo soprattutto di coccolare e di far divertire i ragazzi, del resto erano in vacanza, non a scuola! Qualche bimbo era particolarmente vivace e socievole, altri piangevano perché sentivano la mancanza dei genitori e scrivevano spesso lettere alla famiglia: allora non era così facile telefonare come oggi! Anche se non potevamo sostituirci alla loro mamma, cercavamo di far sentire i più piccoli a loro agio: ad esempio, se cadeva un dentino, lo mettevamo sotto il cuscino, poi ci adoperavamo per trovare un cioccolatino per fare una sorpresa. Ricordo che nel 1966 ci furono i mondiali e portammo i bambini a vedere le partite dell’Italia, anche se quell’anno non ebbe molta fortuna purtroppo. Il ricordo più tenero è legato a un bambino, tra i più vivaci, che mi fece un regalino al termine della vacanza trascorsa in colonia…

 

Qual è stata la sua più grande soddisfazione?

Oltre alla bella sinergia che si era creata con le colleghe e con i ragazzi, uno dei momenti più soddisfacenti fu quando il direttore dell’Unione Industriale mi offrì l’incarico di direttrice della colonia. Rifiutai perché avevo previsto di sposarmi alla fine di quell’anno, poi arrivò il mio primo figlio e dedicai le estati successive alla mia famiglia.

 

Lei è stata maestra alle scuole elementari per tanti anni: ha riscontrato differenze tra i bambini di allora e quelli di oggi?

E’ mutato il contesto sociale, l’approccio delle famiglie nei confronti della scuola e delle maestre, ma i bambini sono sempre gli stessi!

 

La mostra “Aria buona di Montagna: dalle colonie alpine agli Zegna Camp” è visitabile fino al 30 ottobre ogni domenica dalle 14 alle 18

 

Da non perdere il prossimo laboratorio domenica 23 ottobre alle ore 15.30 “ARCHITETTURE MODULARI PER COLONIE”, per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni.

 

Per informazioni

Casa Zegna Via Marconi 23, Trivero

Tel. 015 7591463

archivio.fondazione@zegna.com

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