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Enrico Carraro: la musica è universale e abbatte ogni barriera

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Aumentare la produzione artistica e la qualità in tutte le sue espressioni come antidoto alla crisi economica. E’ questo l’obiettivo che Enrico Carraro, Prima Viola dell’Orchestra Teatro Regio Torino, condivide con Fondazione Zegna. Dopo aver vinto nel 2012 il Concorso finanaziato dalla Fondazione, il giovane musicista ha dimostrato tutto il suo talento diretto dal grande maestro Gianandrea Noseda. Lo abbiamo incontrato in occasione della conferma del contributo a suo favore da parte di Fondazione Zegna per tutto il 2015.

 

Come sono cambiate la tua vita e la tua carriera grazie al contributo di Fondazione Zegna che ti sei aggiudicato vincendo il “Concorso per Prima viola dell’Orchestra del Teatro Regio”?

Il Concorso per Prima Viola dell’Orchestra del Teatro Regio Torino, finanziato grazie al contributo di Fondazione Zegna, ha dato una decisa svolta alla mia carriera personale permettendomi di cimentarmi in un ambiente musicale prestigioso e di qualità. Ma anche di dare stabilità economica alla mia vita lavorativa: una cosa che al giorno d’oggi, in particolare nel settore della musica classica, è sempre più difficile da raggiungere.

 

Quant’è importante per un giovane artista ottenere il sostegno necessario per poter dimostrare le proprie doti in un ambiente prestigioso come il Teatro Regio?

Il Teatro Regio Torino affronta la crisi che ormai da diversi anni colpisce la società italiana e in particolare il mondo delle Fondazioni Liriche con un grande obiettivo: aumentare la produzione artistica e soprattutto la qualità in tutte le sue espressioni, con la convinzione che questo sia l’unico modo per superare le difficoltà economiche. Avere la possibilità, grazie al sostegno di Fondazione Zegna, di essere parte integrante e di avere una responsabilità in questa entusiasmante cavalcata è per un giovane come me lo stimolo per dimostrare tutte le mie capacità e dare espressione alle mie qualità artistiche, nel quotidiano confronto con colleghi di grande caratura internazionale e dalla lunga esperienza professionale.

 

Quali sono stati i momenti più emozionanti di questo triennio e quali le soddisfazioni che ti hanno reso più orgoglioso?

Ci sono diversi momenti che ricordo con grande piacere, ma ne scelgo tre: – il primo evento, pochi giorni dopo il concorso, è stato in occasione della consegna della viola “Maggini” (una delle più belle e preziose al mondo, datata 1600), che mi è stata affidata dalla Fondazione Pro Canale di Milano. La conferenza stampa durante la quale è avvenuta la consegna dello strumento, peraltro del tutto inaspettata per me, e la presentazione del progetto di Fondazione Zegna è stata molto emozionante. In quel momento ho realizzato di aver raggiunto un’importante tappa nella mia carriera. – la produzione del Don Carlo di Giuseppe Verdi, diretto dal Maestro Noseda nell’Aprile 2013. La ricordo in particolare per la grande sinergia creatasi tra le compagini artistiche (direttore, compagnia di canto, coro e orchestra). Il successo e la qualità artistica raggiunti, decretati dal pubblico e dalla critica, sono per me l’obiettivo al quale tendere e, se possibile, migliorare, nella mia opera quotidiana presso il Teatro Regio Torino (il DVD commerciale della produzione sarà presto dispinibile per l’etichetta Opus Arte, ndr). – l’evento più recente ė sicuramente il concerto del 24 marzo 2014, inserito nella stagione Sinfonica del Teatro Regio Torino, nel quale ho avuto la possibilità di eseguire la Sinfonia Concertante di Mozart insieme a Stefano Vagnarelli, violino “di spalla” della nostra orchestra. Esibirsi di fronte al proprio pubblico eseguendo uno tra i più bei brani del repertorio per viola è stata una bellissima esperienza, nonché un’occasione importante di maturazione artistica. Il tuo contributo è stato confermato anche per tutto il 2015.

 

Come hai accolto questa notizia e che cosa ti aspetti da quest’anno?

Sono estremamente contento che Fondazione Zegna s’impegni ancora ad appoggiare la mia attività artistica. Credo sia doveroso da parte di tutti ringraziare la famiglia Zegna che, attivamente e concretamente, supporta me e l’attività musicale del Teatro Regio Torino.

 

Che valore ha lavorare con un grande maestro come Gianandrea Noseda?

Personalmente rimango di continuo stupito dal grado di concentrazione che il Maestro Noseda riesce a mantenere durante ogni singolo minuto di prova, concerto o recita. La volontà di incrementare sempre i propri livelli di preparazione e di impegno, la continua ricerca della qualità, il tendere sempre di più alla perfezione dell’ideale musicale è per me una forma mentis con la quale ho imparato ad affrontare ogni difficoltà nella mia professione. Poter collaborare con una personalità come quella di Gianandrea Noseda, caratterizzata dall’eccellente competenza musicale, dall’esperienza internazionale, dal grande carisma e dalla più ferrea professionalità, è un importantissimo incentivo alla crescita musicale ed esistenziale. Quella del sostegno ai giovani artisti è una formula già diffusa nel mondo anglosassone ma del tutto nuova per il mondo musicale italiano.

 

Da dove nasce a tuo avviso questo nostro ritardo e che ruolo può svolgere in questo senso il progetto di Fondazione Zegna?

In effetti, nel mondo anglosassone i finanziamenti privati sono la fonte economica principale di sostegno alle orchestre e ai teatri. Sono state elaborate svariate modalità di finanziamento, da quello semplice, a quello chiamato “chair” attraverso il quale si sostiene finanziariamente un determinato musicista (ad esempio il primo fagotto, la spalla o il primo violoncello), oppure quello mirato alle nuove assunzioni. Fondazione Zegna ė la prova illuminante che anche in Italia tutto ciò ė possibile: ha avuto l’intuizione e il merito di aver portato a Torino – per la prima volta in Italia – una formula di finanziamento privato, indirizzandola in particolare ai giovani, unendo in questo modo l’attività filantropica a un chiaro e ottimistico messaggio per il futuro e puntando su una realtà per la quale l’Italia eccelle nel mondo. Auspico che Fondazione Zegna sia da esempio per molte altre realtà italiane. Solo così il nostro sistema musicale potrà ritrovare un nuovo equilibrio e potrà allinearsi ai più efficienti sistemi anglosassoni, trattenendo i tanti giovani promettenti che escono dai Conservatori e che altrimenti non avrebbero altre alternative se non lavorare all’estero.

 

Cosa rappresenta per te la musica? Che messaggio è in grado di diffondere, soprattutto alle nuove generazioni?

Il motivo che, fin da piccolo, mi ha spinto a scegliere come forma d’espressione la musica è la sua universalità. Senza necessità di filtri o convenzioni sociali, la musica giunge direttamente alla profondità dell’animo umano, provocando i sentimenti più contrastanti, abbattendo le barriere culturali, religiose, di razza o etnia, rendendosi comprensibile da chiunque la ascolti. Il messaggio più potente che la musica diffonde è quindi quello di universalità. Inoltre credo che l’ambiente in quale opero, l’orchestra, possa essere una bella metafora della società. Solo la collaborazione, la stima reciproca e la consapevolezza del proprio ruolo e di quello altrui possono portare a una bella esecuzione. Se ciò non avviene, rimarranno solo tante note, forse anche intonate e precise, ma slegate tra di loro. E sappiamo bene che la Musica è tutt’altro!

Scopri il progetto con il Teatro Regio Torino sostenuto da Fondazione Zegna

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