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L’Oasi Zegna e i suoi alberi incantati

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C’era una volta un Bosco incantato, capace di far sorridere anche la persona più triste e taciturna, di dare voce agli alberi e alle piante, di unire in un unico grande abbraccio l’uomo e la natura. C’era un volta un Bosco prodigioso, capace di raccontare favole senza tempo a grandi e piccini, storie di vecchi faggi scorbutici che riscoprono la gioia dell’amicizia, di betulle che splendono di luce propria, di abeti amici degli esseri umani. C’era una volta e… c’è ancora oggi questa magia che tutti possono ritrovare nel Bosco del Sorriso, il percorso esperienziale realizzato nell’Oasi Zegna dall’ecodesigner Marco Nieri che permette ai visitatori di beneficiare degli influssi benefici dei campi elettromagnetici emessi dalle piante. Al suo interno, infatti, sono state realizzate per i bambini e le loro famiglie tre suggestive aree di sosta allestite con sedute in pietra e grandi libri in legno di cedro profumato sui quali si possono leggere le Favole del Bosco, appositamente scritte per i visitatori e inspirate alla filosofia steineriana. Riportiamo qui sotto gli incipt delle tre storie dedicate agli alberi più diffusi in questi luoghi, invitandoti a venirle a leggere direttamente all’Oasi Zegna!   L’ABETE Questa è la storia di due fratelli che vivevano sulle pendici delle Alpi in un meraviglioso bosco. Erano nati dove le stagioni facevano il loro regolare corso, in inverno nevicava ed era tutto bianco mentre in estate il sole riscaldava tutte le creature ed i prati si coloravano di migliaia di fiori dalle tonalità diverse. I due fratelli non erano più alti di un metro e avevano entrambi un sogno: arrivare un giorno a toccare la luna con la punta dei loro rami. Il buon Dio diceva loro che quando sarebbero diventati grandi sarebbero riusciti a farlo, ma che avrebbero dovuto pazientare. Durante l’estate molti bambini andavano a giocare in quel bosco ed i due giovani alberi amavano sentirli correre tra i rami. Quando però una mamma o un papà li indicavano c’era qualcosa che li faceva arrabbiare…   IL FAGGIO Un grande vecchio Faggio sonnecchiava ai primi raggi di una fresca giornata d’aprile. I suoi grandi rami, tanto erano lunghi che sembrava accarezzassero le nuvole, e il suo maestoso tronco, liscio e prezioso, si godeva quel primo tiepido mattino di sole. Tanto era bello e possente, quanto il suo carattere era schivo e scontroso, non amava la compagnia di nessun essere della Terra. Quando un fringuello o un passero gli si appoggiava su un ramo per riposare, dando colpa al vento, scrollava il ramo, cosicché l’uccello era costretto a riprendere il volo. Quando un bambino andava a giocare sotto la sua chioma, lasciava cadere un riccio privo di spine, infastidendolo tanto da obbligarlo a spostarsi. Arrivò l’autunno con le sue piogge ed i primi freddi…   LA BETULLA Si narra di un villaggio dove i vecchi amavano raccontare intorno al fuoco storie meravigliose di streghe e di magie. Il paese poggiava su verdi montagne ricoperte di foreste di betulle. Erano arrivati ancora molto giovani e i loro genitori avevano scelto quei luoghi perché si narrava che lì alle streghe ed ai folletti non piaceva stare. Nessuno conosceva il motivo di tutto questo. Solo una vecchina custodiva il segreto. Un giorno Lucia, la più piccola del villaggio, volle andare a trovarla. La piccina tanto era giovane tanto era coraggiosa. Si spinse sola soletta con il suo cestino fino alla casa sulla collina. Si incamminò per un ripido sentiero lungo la strada ed incontrò nel bosco molti animali e scoprì nuove piante tra le più profumate. Si inerpicò tra cespugli e rovi decisa a raggiungere la casa arroccata sulla cima della collina… Leggi l’intervista all’ecodesigner Marco Nieri sul Bosco del Sorriso Leggi l’intervista all’architetto paesaggista Filippo Pizzoni sul Bosco del Sorriso Scarica il depliant del Bosco del Sorriso 2013 © Photo Giovanni Caccamo 

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