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I telepati

Stefano Arienti
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Stefano Arienti, tra i più autorevoli protagonisti della scena italiana, ha distribuito “I Telepati” nelle frazioni di Trivero in due modi diversi.

Il primo è invisibile: una rete Wi-Fi accessibile gratuitamente in vari punti del Comune (tra gli altri, biblioteca, scuole di Ronco, palazzetto dello sport e mercato coperto di Ponzone, piazzale della Chiesa Matrice, Piazza della Repubblica).

Il secondo è più canonico: in alcune aree coperte dal segnale, “I Telepati” assumono la forma di sculture di “numi tutelari” che marcano i luoghi. Arienti ha trasformato delle grandi pietre di fiume di provenienza locale, plasmate dal tempo, in teste abbozzate e dipinte, installandole in modo che possano mimetizzarsi nel paesaggio.

Dice l’artista: “Ho scelto un titolo ironico come “I Telepati” per evocare personaggi capaci di trasmettere il pensiero – cosa alla quale non credo, ma che innesca molte fantasie – perché mi piace che le sculture incarnino quest’idea di comunicazione immateriale. Come se una tecnologia contemporanea quale Internet realizzasse un sogno antichissimo dell’umanità: quello di comunicare a distanza, “senza fili”.

Arienti ha coinvolto nel progetto i ragazzi delle scuole secondarie, invitandoli ad attivare il passaparola sull’iniziativa e a disegnare insieme con lui, durante un’azione collettiva, i volti immaginari de “I Telepati”

L'ARTISTA

Stefano Arienti

Stefano Arienti è nato ad Asola, in provincia di Mantova, nel 1961. Laureato in agraria, si avvicina all’arte sotto la guida di Corrado Levi ed esordisce a metà degli anni Ottanta alla Brown Boveri (una ex-fabbrica utilizzata come luogo d’incontro e sperimentazione da molti giovani artisti) a Milano, dove oggi vive e lavora.

Rielaborando materiali “poveri” e d’uso comune – tra i quali figurano di frequente la carta, i libri e le immagini tratte da cartoline, poster o fotocopie, come pure il polistirolo, la plastica, la plastilina, le stoffe – Arienti realizza opere che stupiscono lo spettatore, lo invitano a riflettere sul tema della “meraviglia” e ne sollecitano la partecipazione, anche attraverso la manipolazione.

Tra le numerose mostre alle quali ha partecipato, si possono citare la Biennale di Venezia (Aperto 1990, 1993); Biennale di Istanbul (1992); Cocido y Crudo, Museo Reina Sofia, Madrid (1994); XII Quadriennale di Roma, 1996 (primo premio); Fatto in Italia, Centre d’Art Contemporain, Ginevra; ICA, Londra (1997); Biennale di Gwangju (2008).

Tra le personali più recenti: MAXXI, Roma (2004); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2005); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston (2007); Fondazione Querini Stampalia, Venezia (2008); MAMbo (con Cesare Pietroiusti, 2008); Palazzo Ducale, Mantova (2009); Museion, Bolzano (con Massimo Bartolini, 2011).