“Si tratta di lasciare un’eredità ai padri”. Era chiaro, pur nella sua complessità, il messaggio intorno a cui ruotava la mostra “Padre e Figlio” che nell’aprile 2019 ha messo a confronto le opere di Michelangelo Pistoletto e del padre Ettore Pistoletto Olivero nelle tre sedi biellesi di Palazzo Gromo Losa, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Casa Zegna. Attraverso le proprie opere – inserite in un percorso espositivo realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna -, e nei video-dialoghi creati con il curatore Alberto Fiz e con Anna Zegna, Pistoletto esprimeva il rapporto padre-figlio in maniera inedita, non unidirezionale: lasciare ai padri un’eredità, anziché affidare unicamente ai figli la responsabilità di comunicare il sapere e le passioni dei genitori.
“La mostra, ricca e variegata, ha consentito una lettura a più livelli rispetto ad un tema di grande attualità – ha spiegato Fiz – Partendo dal dialogo tra Michelangelo Pistoletto e suo padre, è stato possibile interrogarsi sui concetti di tempo storico e tempo soggettivo, ma anche sulla necessità di accettare le differenze da cui può scaturire, persino, un’intima complicità”. Oltre cento, le opere esposte, fra dipinti, quadri specchianti, installazioni, lightbox, video e fotografie. Un’iniziativa che cadeva, fra l’altro, in un anno particolare: quello in cui la città di Biella è entrata a far parte del network Unesco delle città creative. Michelangelo Pistoletto, tra l’altro, era ambasciatore ufficiale del progetto.
Le prime committenze della famiglia Zegna ai Pistoletto risalgono al 1929, quando Ermenegildo, celebre fondatore dell’azienda, animato dalla convinzione che l’impresa dovesse assumersi una responsabilità sociale e artistica, commissionò a Ettore un ciclo di graffiti su L’arte della Lana. Oggi, la Fondazione Zegna è partner di molte delle iniziative di Cittadellarte, tra cui il progetto Visible e UNIDEE – Università delle Idee. Già nel 1973, con un evento intitolato anch’esso “Padre e Figlio”, ci fu l’innesco di quella che oggi, dopo la seconda iniziativa dal titolo “Ettore e Michelangelo. I coetanei”, si propone come la conclusione ideale di una trilogia.
Palazzo Gromo Losa è stata la prima tappa del percorso espositivo, incentrata sul dialogo fra i lavori di Ettore e quelli di Michelangelo Pistoletto. Ritratti, autoritratti, le nature morte di Ettore e i Quadri specchianti di Michelangelo. Alcuni lavori, come ‘L’arte assume la religione’, del 1980, sono stati esposti solo in rare occasioni. Padre e figlio diventano “coetanei” attraverso l’arte, come suggerisce la lightbox del 1973 in cui entrambi sono ritratti all’età di 75 anni.
Casa Zegna, a Trivero, è stata, invece, principalmente scenario di un omaggio a Ettore Pistoletto Olivero: nell’edificio, per la prima volta in una mostra pubblica, sono stati esposti i dipinti dell’artista risalenti al biennio 1952-1953 raffiguranti le tappe per la realizzazione della Panoramica Zegna, percorso ambientale voluto da Ermenegildo Zegna e ancora oggi parte del grande parco naturale Oasi Zegna. Le tele e le immagini fotografiche circondavano l’installazione ‘Metamorfosi’, alta più di tre metri, che era stata collocata al centro della sala. Nell’adiacente lanificio, invece, trovava posto il più importante ciclo pittorico di Ettore, i dieci dipinti su L’arte della lana su pannelli mobili.
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, dove l’esposizione si concludeva, mostrava invece ‘Padre, figlio e creatività’, una delle installazioni del ciclo ‘Le Stanze’, realizzato nel 1975 nella galleria Christian Stein. Un percorso multimediale raccontava i progetti ‘Visible’ e ‘Unidee’ intervallandoli con una serie di ritratti di Ettore, tra cui Le tre figlie di Zegna, gruppo di famiglia proveniente dal Mart mai esposto prima, e le clip sul rapporto padre-figlio secondo i cittadini biellesi. La mostra era accompagnata da tre interventi video creati per l’occasione: ‘Autoritratto attraverso mio padre’ (dialogo tra Michelangelo Pistoletto e Alberto Fiz), ‘Lasciare un’eredità ai padri’ (conversazione tra Pistoletto e Anna Zegna) e ‘L’arte della lana’ (qui Pistoletto e Anna Zegna mettevano a confronto le tecniche tradizionali di lavorazione della lana con l’attuale processo produttivo ispirandosi all’omonimo ciclo di dipinti di Ettore Pistoletto Olivero).
Alla mostra era abbinata un’iniziativa sui social: pubblicando su Facebook con l’hashtag #PadreeFiglio una foto originale a tema, c’era la possibilità di vederla esposta, insieme con i migliori contributi proposti dai partecipanti, fra le opere della rassegna. L’esposizione è stata realizzata anche grazie al contributo di Compagnia di San Paolo, Azimut Capital Management, Biver Banca – Gruppo Cassa si Risparmio di Asti, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e con il patrocinio del FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Scoprite la storia della simbiosi tra Zegna e la pittura di Ettore P. Olivero
Casa Zegna
via Marconi, 23 13835 Trivero (Biella)
T. +39 0157591463