Two Way Mirror / Hedge Arabesque (2014) è uno dei caratteristici padiglioni in acciaio e vetro di Dan Graham, qui sezionato da un’alta siepe (Hedge) in tasso. Il Two Way Mirror (vetro a riflessione differenziata) ha una proprietà unica: da un lato è trasparente, dall’altro riflette la luce, come uno specchio. L’artista ne assembla le lastre in modo da moltiplicare gli angoli di rifrazione e il sovrapporsi delle immagini: a seconda dei movimenti e dello stato d’animo dei visitatori, delle condizioni di luce e delle mutazioni del paesaggio circostante, chi entra è catturato da un gioco di specchi in continua evoluzione. I padiglioni sono congegnati come luoghi d’incontro, svago, conversazione, intrattenimento o raccoglimento, aperti a tutti. “Il mio lavoro è sempre dedicato a come gli spettatori vedono loro stessi”, dice Graham.
L’arabesco (Arabesque) è lo stile decorativo caratteristico dell’arte islamica, a motivi vegetali e floreali intrecciati. Lo studio del rapporto tra arte, architettura, ambiente e spettatore è costante, nella rigorosa ricerca Concettuale di Graham. I suoi primi padiglioni, realizzati negli anni Ottanta, nascono dalle riflessioni dell’artista sull’architettura di paesaggio e la funzione pubblica di gazebo e belvedere. Nel saggio “Garden as Theater as Museum” (1988), Graham interpreta i giardini rinascimentali come primi musei della storia occidentale.
Da qui, la scelta di collocare Two Way Mirror / Hedge Arabesque nella Conca dei Rododendri, una delle zone più note dell’Oasi Zegna, per via della sua spettacolare fioritura primaverile. Progettata negli anni ‘60 dal grande paesaggista fiorentino Pietro Porcinai, è stata recentemente ristrutturata da un altro maestro dell’architettura di giardini italiana, Paolo Pejrone.