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Zegna e Gianandrea Noseda, la musica ambasciatrice della cultura italiana

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Zegna e la Musica” non è solo il nome del progetto filantropico creato dal Gruppo Ermenegildo Zegna nel 1997 per promuovere in Italia e nel mondo i valori di questa arte. E’ anche la perfetta sintesi di una visione che riconosce alla musica la potenza di un linguaggio universale capace di diffondere in ogni angolo del globo un meraviglioso messaggio di pace. Fra i numerosi musicisti con i quali la famiglia Zegna ha sviluppato negli anni forti relazioni c’è Gianandrea Noseda, uno tra i più eminenti direttori d’orchestra del panorama internazionale, oggi Direttore Musicale del Teatro Regio di Torino e Direttore Artistico dello Stresa Festival. Un rapporto che si basa sulla condivisione di una duplice missione: innovare la tradizione e ambire all’eccellenza. Sempre. Gli abbiamo chiesto di raccontarci l’importanza della sinergia con Fondazione Zegna per la valorizzazione della cultura italiana all’estero e per garantire nuova vitalità al mondo delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche del nostro Paese.   Com’è nata la sua collaborazione con Fondazione Zegna nell’ambito del progetto filantropico “Zegna e la Musica” e su quali valori si basa? Questa collaborazione è nata ormai quasi dieci anni fa, quando ero Direttore Principale Ospite del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con il quale Ermenegildo Zegna aveva già allora un intenso rapporto di amicizia. Si è sviluppata durante gli anni attraverso bellissime iniziative che hanno coinvolto le istituzioni alle quali sono legato, dal Festival di Stresa al Teatro Regio di Torino. I valori fondamentali che condividiamo sono due: innanzitutto quello della ricerca costante dell’innovazione nel solco della nostra tradizione, che non è vista come un limite o una gabbia, ma piuttosto come le radici che permettono all’albero di crescere e fiorire. Condividiamo poi l’anelito alla massima qualità possibile, una tensione che accompagna da sempre la mia attività, così come quella della famiglia Zegna nella sua ormai lunga storia.   Quanto è importante per un musicista ambire costantemente all’eccellenza? In effetti l’eccellenza è ciò a cui un artista deve tendere naturalmente, dato che una “performance” artistica o è eccellente o, semplicemente, non è. Con un elemento in più che vorrei evidenziare, ovvero che questa ricerca, questa cura costante del dettaglio, permette alle persone che la perseguono di diventare anche uomini migliori e leader nell’ambito di un lavoro condiviso con gli artisti con i quali abbiamo il piacere di collaborare.   La partnership tra Fondazione Zegna e Teatro Regio di Torino ha come obiettivo quello di promuovere i valori e le eccellenze della musica. Che tipo di messaggio è in grado di diffondere questa arte attraverso il suo linguaggio universale? La partnership tra la Fondazione Zegna è il Teatro Regio non è importante solo per i valori che incarna, ma anche perché due tra le più importanti eccellenze italiane sono sicuramente la cultura musicale e il design nell’abbigliamento. Unire queste due grandi realtà non può che stimolarci a vicenda e costituire un punto a favore della percezione internazionale del valore positivo della cosiddetta “italianità”. Va anche detto che entrambi gli ambiti, quello della musica e quello della moda, non utilizzando il linguaggio parlato possono arrivare al cuore di tutti, senza barriere culturali di alcun tipo. Non è un caso se moda e musica sono tra i settori di maggior successo dell’export italiano: le opere dei compositori italiani sono le più presenti nei cartelloni dei teatri di tutto il mondo, così come gli articoli della moda italiana sono presenti nei negozi più ricercati.   In un momento difficile come quello attuale, che ruolo assume il sostegno garantito da Fondazione Zegna al Teatro nel suo impegno come ambasciatore in Italia e all’estero dell’eccellenza italiana? Creare sinergie è importantissimo: il sostegno di Fondazione Zegna costituisce per noi un motivo in più per farci forza e portare sempre con orgoglio in giro per il mondo quanto di buono il nostro Paese sa produrre, un repertorio musicale che i grandi del passato ci hanno consegnato e che abbiamo la responsabilità di continuare a far vivere nel miglior modo possibile. Proprio in questi giorni mi trovo a Tokyo con i complessi del Teatro Regio di Torino a presentare al pubblico giapponese due gioielli della produzione operistica italiana come il “Ballo in maschera” di Giuseppe Verdi e la “Tosca” di Giacomo Puccini. Ecco un esempio concreto di quanto, anche grazie al sostegno di Fondazione Zegna, il Teatro Regio di Torino è in grado di fare per diffondere la cultura italiana nel mondo.   La formula del contributo all’assunzione del vincitore del concorso per la Prima viola del Teatro è diffusa nel mondo anglosassone ma totalmente nuova in Italia. Quanto è importante integrare tradizione e contemporaneità, e al tempo stesso favorire l’interazione fra esperienze culturalmente diverse? La decisione della Fondazione Zegna di collaborare con il Teatro Regio attraverso un contributo specificamente destinato a sostenere il costo dell’assunzione della nuova Prima Viola dell’orchestra – tra l’altro un ragazzo italiano di 27 anni di grandissimo talento (Enrico Carraro) – è qualcosa di assolutamente rivoluzionario in Italia: nel mondo anglosassone questo tipo di collaborazione diciamo “puntuale” è molto diffusa e permette di migliorare la qualità delle orchestre. Mi auguro che questo esperimento pilota possa aprire la strada ad altre aziende e fondazioni a seguire l’esempio di Fondazione Zegna. E’ un sasso lanciato nelle acque un po’ stagnanti delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche in Italia che credo permetterà di rimettere in movimento un circolo virtuoso. Anche perché creare un legame così personalizzato consente di far sentire maggiormente alle parti in causa la responsabilità del rapporto che hanno deciso di instaurare.   La creazione del “Concert Suit Zegna” è la dimostrazione che il collegamento tra moda e musica è in grado di creare un’alchimia speciale. La sua esperienza personale conferma questa riflessione? L’eleganza del “Concert Suit Zegna”, la sua leggerezza ma anche la sua resistenza alla “performance” è perfettamente in linea con la mia concezione della musica, ove si coniugano una grande capacità di flessibilità e una struttura solida, unire l’attenzione al dettaglio alla possibilità di improvvisare. E in questo il “Concert Suit Zegna” è geniale: asseconda perfettamente i miei movimenti (a volte davvero intensi) e pur riesce a non perdere mai l’eleganza del suo taglio. Vi è poi un altro aspetto affascinante per me che è quello della ricerca tecnologica sui tessuti da utilizzare per il “Concert Suit”, ovvero un materiale abbastanza elastico e traspirante ma che al contempo non perda la forma: e con me, che durante le “performance” sudo moltissimo, questa è davvero una sfida appassionante! Scopri il progetto del Teatro Regio di Torino © Photo: Giovanni Caccamo

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