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Carol Faison: grazie a Fondazione Zegna diamo speranza ai 1.200 bambini indiani

Assistenza pediatrica gratuita, prevenzione medica attraverso un’alimentazione quotidiana bilanciata, garanzia di un’istruzione qualificata in strutture scolastiche accoglienti. E’ dal 2002 che Fondazione Zegna e l’associazione Care & Share collaborano per migliorare la qualità della vita dei bambini poveri e bisognosi che vivono nel Distretto di Krishna e nella Regione dell’Andhra Pradesh, in India. Una collaborazione nata quasi per caso, grazie all’intuizione di un’amica comune, che in questi dieci anni ha dato vita a numerosi progetti finalizzati ad alleviare i disagi sociali, economici e sanitari di oltre 1.200 bambini e a sostenere lo sviluppo del loro potenziale umano. Protagonista di questi successi al fianco della famiglia Zegna è Carol Faison, che nel 1991 iniziò proprio in India quel cammino che dopo sei anni la portò a fondare insieme al marito Noel Harper la Care & Share Charitable Trust a Vijayawada (Andhra Pradesh, India) e, nel 2000, la Care & Share Italia Onlus. Le abbiamo chiesto di raccontarci i ricordi e le emozioni più belle di questo decennio, e di spiegarci i nuovi progetti in cantiere.   E’ vero che l’idea di fondare Care & Share è nata dopo un suo viaggio in India? In realtà quel viaggio lo fece prima mio fratello, Antonio Rigopoulos, che allora era uno studente. Tornato a casa, ci raccontò di aver conosciuto un prete cattolico che si prendeva cura di alcuni bambini figli di pescatori su un’isola in cui non esistevano scuole. Voleva aiutarlo in qualche modo e il suo entusiasmo mi convinse a prendermi a cuore la faccenda. Nel giro di un anno convinsi parenti e amici ad adottare a distanza un centinaio di bambini del luogo, e ben presto arrivammo a 300. Poi però, nel 1995 il prete morì improvvisamente, e così decisi di recarmi sul posto per controllare che i “nostri” bambini fossero curati a dovere. Fu allora che conobbi mio marito, Noel Harper, con il quale fondai nel 1997 Care & Share India.   Com’è possibile spiegare a parole le tragiche condizioni di vita in cui vivono i bambini indiani? Dal 1999, anno in cui mi sono sposata, vivo in India almeno otto mesi su dodici. Ancora adesso a volte mi fermo e chiudo gli occhi, tentando di capire cosa si prova a vivere in una tale povertà. La risposta è che, se in quelle condizioni non ci nasci e non ci vivi ogni istante della tua vita, non potrai mai capire. Chiunque arriva qui per la prima volta pronuncia sempre la stessa frase: “non avevo capito che fosse così”.   Com’è iniziata invece la collaborazione con Fondazione Zegna? Nacque nel 2002, grazie a un’amica comune. Mi presentò ad Anna Zegna e lei subito decise di adottare a distanza una bambina indiana che viveva per strada, Nirisha. Due delle sue sorelle erano morte per fame poco tempo prima e i genitori avevano chiesto il nostro aiuto. Oggi Nirisha è cresciuta, è diventata una ragazza, studia farmacia all’università ed è la più brava di tutta la scuola. La nostra collaborazione iniziò ufficialmente quando accompagnai Anna Zegna a Vijayawada per fargliela conoscere. Il primo progetto che realizzammo insieme fu l’atelier Zegna, un capannone in cui insegniamo ai ragazzi il mestiere di sarti. Oggi la Sartoria impiega 20 persone e produce ogni anno 25mila vestiti e divise scolastiche che soddisfino il fabbisogno dei bambini e del personale di Care & Share.   Fra tutti i progetti realizzati, quali sono quelli che hanno garantito i risultati più importanti? La vera svolta nella nostra collaborazione ci fu dopo lo tsunami del 2005 che colpì duramente l’area, spazzando via l’unica scuola presente. In quell’occasione Fondazione Zegna ci elargì una grande donazione e da allora non ha più smesso di sostenerci. Difficile scegliere fra i vari progetti, sono stati tutti fondamentali. Penso al villaggio per combattere la piaga dell’AIDS, dove la famiglia Zegna volle costruire le due case dedicate ai nonni: la Nina Home e la Gildo Home. O al pagamento degli stipendi degli insegnanti di Daddy’s Home che si occupano dell’educazione di circa 1.200 bambini.   Come ogni anno, anche per questo Natale Fondazione Zegna sosterrà un progetto speciale. Di cosa si tratta? Costruiremo due pozzi di profondità che ci permetteranno di attingere alla falda acquifera sotterranea. Due anni fa il governo ha deciso di chiudere il canale che ci garantiva l’afflusso di acqua necessario per le coltivazioni. Questi due pozzi sono fondamentali per garantire due raccolti ogni dodici mesi. Sempre per Natale, Fondazione Zegna ci donerà un’importante cifra per mantenere i bambini di Daddy’s Home che vivono con 730 euro l’anno. Infine, per garantire anche il prossimo anno i 5mila pasti che serviamo ogni giorno ai bambini indiani, ci aiuteranno a sviluppare un programma di autosufficienza alimentare che permette di produrre una parte dei legumi, della verdura e della frutta necessari. Scopri tutti i progetti di Care & Share sostenuti da Fondazione Zegna

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