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Sanremo: quando sul red carpet sfilavano i sarti

Tessuti di alta qualità e linee sartoriali di alta classe: nel 1967 a Sanremo non c’erano solo i cantanti in gara a sfilare sul red carpet.  Negli anni d’oro di Claudio Villa e Iva Zanicchi, usciti trionfanti dal Festival di 50 anni fa, la città dei fiori non era soltanto un importante palcoscenico per la canzone italiana, ma anche un appuntamento irrinunciabile per i sarti di alta gamma.

Il primo Festival della Moda Maschile, lanciato nel 1952 da Michelangelo Testa, direttore del mensile “Arbiter” destinato all’uomo raffinato, aveva fatto conoscere al mondo intero l’eleganza italiana. A distanza di quindici anni, l’importanza del Festival era ormai assodata e il primo numero della rivista TOP dedicò ampio spazio alle sfilate sanremesi di settembre, celebrando l’innovazione della moda maschile in passerella. Alla fine degli anni Sessanta qualcosa di inedito stava accadendo: gli abiti da uomo uscivano dagli ambienti esclusivi delle sartorie per sfilare sotto i riflettori, destando l’attenzione del grande pubblico per affermarsi come un fatto quotidiano di costume.

Fantasia, buon gusto e miglioramento del tenore di vita furono gli argomenti di confronto sul tavolo della moda internazionale del 1967: la “guerra al grigio”, vinta dai colori dei tessuti italiani, e le linee nuove, che si ispiravano all’eleganza di fine Ottocento, furono le tendenze dell’anno. Il gilet tornava alla ribalta, le giacche, dalle spalle strette e dal punto vita marcato, si allungavano, mentre lo “spezzato” puntava a sostituire, in chiave giovanile, lo smoking. Tessuti leggeri, disegni briosi, quadrettature larghe o fitte plasmate dalla fantasia dei grandi sarti furono simbolo di un’eleganza che si stava affermando su scala sempre più internazionale. L’Inghilterra cercava di uscire dalla tradizione classica per cogliere le novità; l’Austria, che portò a Sanremo alcuni modelli costruiti su misura per gli amanti della birra e della buona tavola, si ispirava ai colori italiani; Germania, Svizzera, Francia, Spagna guardavano all’Italia per rompere i canoni fissi della moda maschile.

Con il Festival di Sanremo lo stile italiano si affermò su scala europea grazie a due fattori fondamentali: il tessuto di alta qualità e la fattura sartoriale di alta classe. Sulla passerella sfilavano, accanto agli indossatori, gli stessi sarti: i migliori testimoni delle proprie creazioni; puntare sui sarti significava anche puntare sull’attenzione al dettaglio, sulla qualità e sull’autenticità: questa fu la grande rivoluzione di Sanremo.

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