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Profilo: come trovare la propria creatività avvicinandosi all’arte contemporanea

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Trovare la creatività dentro ognuno di noi: questo uno degli obiettivi del progetto artistico ProfilO, che ha coinvolto 18 studenti dell’Istituto Alberghiero di Trivero. Gli ideatori del progetto, Gigi Piana, artista visivo e performer, e la fotografa Ewa Gleisner, che insieme hanno costituito l’Associazione + Vicino, hanno guidato i ragazzi alla scoperta dell’arte visiva contemporanea e della performing art attraverso la sperimentazione diretta dei linguaggi artistici, stimolando il potenziale creativo ed espressivo dei partecipanti.

Per conoscere da vicino questa iniziativa, abbiamo intervistato Gigi Piana, direttore artistico del progetto.

 

Come è nato il rapporto con la Fondazione Zegna?

I primi contatti con la Fondazione sono nati grazie alle Giornate FAI di Primavera di due anni fa, quando ho collaborato alla realizzazione del laboratorio “A spasso nell’arte” per coinvolgere i bambini nella scoperta delle opere di arte contemporanea del progetto “All’Aperto”. Da qui è nata l’idea di creare un percorso per i ragazzi delle scuole superiori.

 

Qual è la genesi del progetto profilO?

Nel mio lavoro c’è sempre connessione tra le varie discipline artistiche, la performing art e le arti visive. Nelle mie creazioni uso molto i tessuti e gli intrecci: per me la tela non solo è la base della storia dell’arte ma è la metafora di una trama, dei rapporti che si incrociano, dello stare insieme. Negli incontri con i ragazzi il tema dell’incontro e dell’intreccio è stato fondamentale. ProfilO riprende quello che hanno i ragazzi sui social network: un profilo personale e individuale; poi c’è l’elemento dell’intreccio, che è quello che devono costruire insieme, uscendo dalla propria individualità.

 

Come si sono svolti i laboratori?

Abbiamo previsto un ciclo di dieci incontri che si sono svolti a Casa Zegna nell’arco di tre mesi, da gennaio a marzo. Per prima cosa è stato necessario avvicinare i ragazzi all’arte e rompere i loro pregiudizi nei confronti dell’arte contemporanea: in ogni incontro abbiamo previsto un approfondimento teorico sul lavoro di un artista significativo nel campo della performing art e delle arti visive. Siamo partiti da Allan Kaprov, l’inventore della performing art, per poi parlare di Marcel Duchamp ed esplorare il rapporto tra l’oggetto artistico e il contesto, poi Jackson Pollock, Lucio Fontana, Michelangelo Pistoletto e Marina Abramovic, il cui lavoro esplora le relazioni tra l’artista e il pubblico. Gli incontri sono strutturati da un momento teorico e da un’esercitazione pratica: i ragazzi sono stati coinvolti nella replica di una performance o nella sperimentazione di tecnica utilizzata da un artista. Abbiamo messo a loro disposizione i materiali che potevano rielaborare dando seguito a quello che avevano appreso nella parte teorica.

 

Qual è stata la reazione dei ragazzi?

I ragazzi hanno dovuto reagire alla difficoltà di comprendere l’arte contemporanea e poi alla difficoltà di interagire in gruppo. Per prima cosa hanno dovuto affrontare la loro timidezza e imparare a conoscersi, abbattere i tabù tra maschio e femmina e abituarsi a lavorare insieme. Il percorso esperienziale è stato molto efficace per l’apprendimento, e ogni elemento ha trovato un significato quando è stato condiviso. Al primo incontro ad esempio ho portato a Casa Zegna delle cassette di frutta: superato lo stupore e la diffidenza iniziale, un po’ alla volta hanno preso consapevolezza del potere astrattivo dell’oggetto e hanno cominciato a creare. Nello stesso tempo, anche la timidezza è stata superata, si è creata intesa nel gruppo e l’interazione con gli oggetti e con lo spazio ha creato le prime performance.

 

Quali obiettivi vi siete posti quando avete iniziato il progetto?

La finalità del progetto non è quella di creare dei performer, ma aiutare i ragazzi a comprendere i linguaggi delle arti visive per utilizzarli nella vita quotidiana. L’obiettivo principale è stimolare la creatività attraverso l’arte: essere dinamici e creativi è fondamentale nella vita contemporanea. Il lavoro sulle tecniche performative e sull’arte visiva ha aiutato i ragazzi ad affinare il senso critico verso la realtà che ci circonda e a migliorare le loro capacità comunicative. Altro obiettivo raggiunto è stato quello di stimolare le relazioni e lo spirito di gruppo, aiutandoli a superare la timidezza e a creare un’intesa. Infine, accrescere la consapevolezza del loro corpo, nello spazio e nell’ambiente in cui si muovono. In questo senso, è stato fondamentale permettere ai ragazzi di assistere a quello che stavano facendo gli altri: in questo modo hanno potuto percepire il rapporto tra performer e pubblico, vivere l’esperienza dall’interno e dall’esterno, acquisendo consapevolezza dell’aspetto estetico e visivo della performance.

 

I ragazzi hanno realizzato un’opera d’arte nel corso dei laboratori?

Durante il corso i ragazzi hanno creato un quadro particolare utilizzando l’intreccio di due immagini stampate su pvc crystal. Il quadro è il risultato di una riflessione profonda che traduce in termini visivi l’identità di ognuno. La fotografia in primo piano è quella del loro volto, ritratto da Ewa Gleisner; la seconda è quella di un paesaggio che gli studenti hanno scelto di fotografare per rappresentare la propria interiorità. I ragazzi sono molto legati al loro territorio, di cui amano la natura, la purezza, i colori… Questa esperienza è stata fondamentale per arrivare all’essenza delle persone, per togliere le maschere, per riflettere sulla natura delle relazioni tra le persone, sul legame con il territorio che abitano, nell’ottica di definire la propria identità in modo consapevole.

 

Cosa succederà il 7 aprile a Casa Zegna?

Sarà una “restituzione al pubblico” dell’esperienza vissuta dai ragazzi, attraverso una performance e il vernissage delle opere realizzate nel corso del laboratorio. L’evento si svolgerà a Casa Zegna venerdì 7 aprile alle ore 18.30. La partecipazione è libera, con aperitivo a seguire.

 

Informazioni

Casa Zegna Via Marconi 23 – Trivero

Tel. 015 75914634

archivio.fondazione@zegna.com

 

@ photo: Ewa Gleisner

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