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Regali che fanno bene: gli accessori in tessuto Zegna delle ragazze di San Patrignano

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Il laboratorio di tessitura, nato 40 anni fa all’interno della Comunità di San Patrignano, grazie al sostegno della Fondazione Zegna ha sviluppato un progetto per nobilitare gli scampoli di tessuto con la creazione di una linea di accessori: piccoli oggetti unici confezionati a mano da ragazze impegnate in un percorso di recupero dalla dipendenza, simboli di “rinascita” e testimonianze di una collaborazione che dal 2013 sta dando sempre più soddisfazioni. Morbidi animaletti, borse, shopper, portaocchiali. Tutti realizzati con tessuti Zegna.

Una linea di accessori e gadget esclusiva, in vendita a Casa Zegna, perfetta per chi a Natale opta per regali che fanno bene al cuore.
Doni che aiutano a realizzare piccoli e grandi progetti. Li racconta nell’intervista che segue Barbara Guarducci, designer e art director di questa realtà creativa.

La Fondazione Zegna sostiene il laboratorio di tessitura a San Patrignano dal 2013. Come si è evoluto il progetto negli ultimi anni?
È stata percorsa molta strada e il sostegno di Fondazione Zegna è oggi molto più capillare. All’inizio il laboratorio è stato riorganizzato e il suo prodotto attualizzato secondo il gusto contemporaneo, pur mantenendo alta la qualità artigianale. Hanno preso vita una vera ricerca stilistica e si fa sperimentazione di materiali e lavorazioni. Il laboratorio si è trasformato in una realtà produttiva che lavora con clienti prestigiosi nel mondo della moda e del design, producendo per brand italiani e internazionali, tra cui Agnona. Grazie al sostegno di Fondazione Zegna sono stati inoltre attivati corsi di formazione professionale e borse lavoro destinate a ragazze che terminano il percorso di riabilitazione nella comunità, ma desiderano fermarsi. Grazie alle borse lavoro possono continuare a lavorare nel settore tessitura con il compito di formare altre giovani, ragazze appena arrivate, alle quali trasmettono competenze e forniscono loro un modello non solo professionale, ma anche umano.

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In che modo il progetto ha aiutato le ragazze di San Patrigano a crescere?
Oltre ai corsi professionali e alle borse lavoro, grazie Fondazione Zegna sono nate sinergie interessanti che hanno generato collaborazioni e offerto visibilità internazionale. La più importante è Conscious Contemporary Craft: Creating Communities, piattaforma promossa dalla Fondazione Zegna con il London College of Fashion che ha attivato una rete di scambi creativi e umani tra le gli studenti di fashion design, le tessitrici di San Patrignano e le sarte del carcere femminile di Downview. Le donne hanno interpretato e realizzato a mano i modelli disegnati dagli studenti, scambiandosi – dall’Inghilterra all’Italia- messaggi e ispirazioni. L’apertura agli altri e al mondo esterno è una delle conquiste più importanti. Disciplina, concentrazione, fiducia in se stessi e nei propri talenti, ma anche la capacità di lavorare in gruppo e di relazionarsi con gli altri: sono le qualità che si sviluppano al telaio, tappe fondamentali di un percorso che è prima di tutto umano. Come si è sviluppata la linea di accessori realizzati con tessuti Zegna? Quando abbiamo ricevuto in donazione i ritagli di tessuto Zegna, materiali per noi preziosissimi, le ragazze del reparto sartoria li hanno reinterpretati in creazioni originali per il negozio della comunità, che hanno avuto un grande successo. Da qui l’idea di realizzare una linea ad hoc per Casa Zegna.

Gli accessori sono in vendita presso il bookshop di Casa Zegna, a Trivero, e sono molto apprezzati dai visitatori. Qualche ragazza è riuscita a creare una propria professionalità, finito il percorso in comunità, grazie alle competenze acquisite? Almeno cinque ragazze hanno proseguito la loro esperienza professionale nel settore tessile. Un mondo che iniziano a conoscere durante la permanenza in comunità: da quando si è attivata la collaborazione con Fondazione Zegna, sono state create relazioni costruttive nel mercato del lavoro, con imprenditori, designers e buyers che oggi frequentano il laboratorio. Questa opportunità di interagire con figure del settore, di osservare da vicino metodi di lavoro, approccio alla creatività e alla tecnica, suscita entusiasmo nelle ragazze che si appassionano sempre di più ai campi del tessile e dell’abbigliamento. Anche i corsi specializzati e le borse lavoro incidono sul futuro professionale e sull’indipendenza delle ragazze, offrendo loro delle possibilità in più al termine del loro percorso.

GIULIA: UNO STAGE DI 6 MESI COME RAMMENDATRICE Tra queste cinque ragazze, abbiamo raccolto la testimonianza di Giulia, che ha scelto di proseguire la sua esperienza all’interno del Lanificio Zegna a Trivero: Sono entrata a San Patrignano tre anni fa e da allora la mia vita è completamente cambiata. All’inizio, il rapporto che si è creato con le altre ragazze mi ha aiutato a uscire da una situazione difficile, in cui non immaginavo di poter avere un futuro. All’interno della comunità esistono diversi settori dove è possibile imparare un mestiere, dall’agricoltura, all’informatica, alla tessitura… Ho avuto l’opportunità di fare esperienza nel laboratorio di tessitura e di confezione e pian piano ho imparato a conoscere un mondo per me completamente nuovo e stimolante, fatto di “saper fare” ma anche e soprattutto di persone, come stilisti e imprenditori che ci infondevano entusiasmo a ogni visita. Ricordo che quando abbiamo cominciato a realizzare gli oggetti con i tessuti Zegna ci siamo divertite moltissimo a creare i modelli per gli animali: pecore, capre, alpache, scoiattoli… ognuna di noi personalizzava i peluche con un’espressione diversa, infondendo la propria creatività e rendendo ogni oggetto unico. Al termine del mio percorso, sognavo di fare la rammendatrice, e ho avuto l’opportunità di approfondire questo mestiere a Trivero, all’interno del Lanificio Zegna. Non è stato facile adattarsi alla realtà di un piccolo paese di montagna: alcune persone mi hanno aiutato molto e mi sono state vicine, mentre altre erano diffidenti nei miei confronti. Grazie alle assistenti del reparto, non solo ho imparato un mestiere, ma ho scoperto la grande soddisfazione che si prova a rammendare un tessuto. Ora, al termine del mio percorso di stage, vorrei continuare questo mestiere a Roma, dove mi trasferirò per stare vicino alla mia famiglia.

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