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Prima di Bielmonte: Caulera e Stavello

Dall’archivio storico, la storia dei primi impianti di risalita

ENAL Stavello

Ci fu un tempo in cui Bielmonte non c’era. Ma gli appassionati sciatori c’erano eccome, e non tutti potevano raggiungere agevolmente Oropa, la prima stazione sportiva invernale del Biellese. Dalle vallate dello Strona, del Ponzone e del Sessera, dal Triverese e dal Mortigliengo, la domenica, non pochi ardimentosi salivano sulle cime più comode e vicine per lanciarsi lungo i pendii innevati. Però non esistevano, in principio, impianti di risalita e a ogni discesa corrispondeva una lunga e faticosa salita. Eppure, questa disagevole situazione non scoraggiava i sempre più numerosi praticanti.

Fin dal 1951 l’ENAL del Lanificio Zegna organizzava gare di sci sulle alture di Caulera. Si trattava di competizioni di fondo, ma anche di discesa, con i partecipanti suddivisi per età. A fare il tifo c’era sempre un folto pubblico. Il 18 febbraio 1951 fu messa in palio la coppa “Monte Rubello” per fondisti adulti, su un tracciato di 15 km.

La montagna diventava sempre più frequentata ed era necessario garantire la sicurezza degli escursionisti e degli sportivi. Al Colle di Caulera, così come al Bocchetto Sessera, già allora erano stati attivati dei centri di soccorso alpino.

Vista la crescente affluenza, Ermenegildo Zegna decise di investire per migliorare le condizioni di accesso ai “campi da neve”. Così, alla fine del 1952 (più precisamente il 21 dicembre), fu inaugurato uno skilift di 400 metri che, dalla piana di Stavello saliva sul lato nord del Monte Rubello. Inizialmente l’impianto era in funzione solo nei giorni festivi, ma era comunque un cambiamento notevole.

La località era «invero attraente e suggestiva, aperta così com’è su quell’ampio anfiteatro formato da buona parte delle prealpi Biellesi, dal Mucrone all’Argimonia, dal Monte Bo al Monte Barone». Così si esprimeva “Il Biellese” del 2 gennaio 1953. E proseguiva con queste parole: «i dolci declivi del Monte Rubello, le belle escursioni facilitate dalla strada Panoramica, il perfetto servizio del nuovo bar-ristorante lasceranno in chi sale lassù per la prima volta un ottimo ricordo e costituiranno certamente un invitto a ritornare, ora che la zona si avvia a diventare un centro sportivo e turistico di sicuro avvenire».

All’inizio di quell’anno si corse anche una gara di fondo, proprio a Stavello, con ventisei concorrenti. Fu il forte Corradino Sella da Tavigliano a imporsi. La stessa gara fu disputata anche nel 1954, ma in quel caso arrivò primo al traguardo Orfeo Pivotto dell’ENAL Zegna.

Il 29 gennaio 1953, su “Eco di Biella”, fu pubblicato questo trafiletto: «La Bocchetta di Stavello sta diventando meta di un numero sempre più crescente di gitanti. Non molte settimane sono trascorse dal giorno in cui — verso la fine dell’anno scorso — fu inaugurata la sciovia collegante la località Scàlveuci a Stavello e già la bocchetta assurge a fama turistica apprezzabilissima. È noto che la S.A.B.A., in dipendenza delle necessità domenicali della zona, ha inoltrato domanda al Compartimento di Torino per istituire una linea che ha lo scopo di collegare i centri della Valsessera a Trivero e Stavello. In attesa dell’autorizzazione per la nuova linea turistica festiva, l’autobus ha intanto cominciato a funzionare da domenica scorsa come servizio da noleggio. In altre parole, è lo stesso conte Zegna che si è preso cura di far allestire le corse, rivolgendosi alla Società per il noleggio dei mezzi».

Stava per nascere Bielmonte, ma il conte Zegna non si risparmiava sulle aree più prossime a Trivero. Certo, Bielmonte avrebbe goduto di una logistica più vantaggiosa, ma il Monte Rubello restava la cima più cara e più familiare non solo per Monsù Gildo, ma anche per la gente di quella parte del Biellese.

In ogni caso, Caulera e Stavello non erano un ripiego provvisorio in attesa di una sistemazione migliore. Quei “campi da neve” erano considerati validi a tutti gli effetti, degni di accogliere gare per tesserati F.I.S.I. e sciatori di buon livello.

All’inizio del 1954, quando l’ENAL Zegna compiva vent’anni, l’impianto di Stavello era all’apice della sua breve ma intensa carriera. In quei giorni, stando a “Eco di Biella” del 21 gennaio 1954, «a Stavello si attende la neve per mettere in funzione i modernissimi impianti, che indubbiamente richiameranno un gran numero di appassionati degli sport invernali. La bellissima conca, affatto priva di pericoli, è facilmente raggiungibile grazie alla strada panoramica “Zegna”». E gli impianti non erano isolati, perché «Caulera e Stavello sono perfettamente attrezzate anche nel campo alberghiero. Proseguendo lungo la strada panoramica, i turisti possono giungere al Bocchetto Luvera ed ai campi di neve di Bielmonte».

Ecco le due stazioni affiancate, contemporanee, ma non concorrenti.

La storia ha scelto diversamente. Bielmonte è diventata la stazione invernale dei biellesi, tuttora lo è. Le piste di Caulera e Stavello sono scomparse, ma gli archivi ne tramandano la memoria.

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