Racconti di boschi, di fabbriche e di persone

Il progetto di Francesco Jodice per Casa Zegna
In collaborazione con Sara Gentile
A cura di Ilaria Bonacossa

Fondazione Zegna inaugura un nuovo capitolo della ricerca tra arte e natura con Racconti di boschi, di fabbriche e di persone, progetto espositivo inedito concepito dall’artista Francesco Jodice (Napoli, 1967) in collaborazione con Sara Gentile e con la curatela di Ilaria Bonacossa, commissionato dalla Fondazione Zegna in continuità con le proprie radici e identità storica. Il progetto si inserisce tra gli appuntamenti che ricordano il 25simo anniversario della nascita.

Da sabato 17 maggio a domenica 16 novembre 2025, gli spazi di Casa Zegna accolgono un racconto visivo che intreccia fabbrica, comunità e natura, in armonia con i temi cari al Fondatore e parte della missione stessa. Ne scaturisce una lettura sensibile e profonda del territorio che ospita la Fondazione Zegna, attraverso lo sguardo di un grande interprete dell’evoluzione del paesaggio sociale contemporaneo, che da sempre conduce una ricerca intorno ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione.

Le immagini di Francesco Jodice catturano, spesso con sguardo frontale a volte ravvicinato altre distante, un mondo di forme e linee naturali e artificiali, che con la loro schiettezza rinnovano lo stupore verso ciò che è già noto.

“I tre racconti e i paesaggi culturali che descrivono sono intimamente intrecciati tra loro: la trama che ne emerge è parte integrante dell’identità di questo territorio”, spiega Francesco Jodice.

Il progetto di Francesco Jodice si colloca a quasi 20 anni dal lavoro che Mimmo Jodice ha condotto (nel 2008) sul medesimo territorio, per ritrarre i paesaggi dell’Oasi e gli interni del Lanificio Ermenegildo Zegna. Si realizza così un dispositivo narrativo che di nuovo restituisce essenza e identità del luogo: due sguardi diversi che attraversano lo stesso territorio, un luogo che, come loro, esiste nella continuità, come senso di naturale evoluzione.

La committenza artistica si innerva nel luogo come un filo nella trama di un tessuto prezioso: tiene insieme le generazioni, le visioni, le trasformazioni. È questo legame, fra padre e figlio, fra memoria e progetto, a diventare cifra identitaria del territorio, in una narrazione potenzialmente senza fine.

Un dialogo tra memoria e futuro

L’esposizione trasforma gli spazi di Casa Zegna in un ambiente vivo, un luogo di riflessione in cui la fotografia diventa strumento per esplorare identità, radici e cambiamento.

Per coinvolgere attivamente le nuove generazioni, Casa Zegna organizza un ciclo di workshop per gli studenti delle scuole del territorio, creando un ponte tra passato e futuro e offrendo ai più giovani l’opportunità di rileggere e reinterpretare il paesaggio e i valori della comunità in cui vivono.

Sabato 17 maggio, in occasione dell’apertura della mostra al pubblico, ci sarà un laboratorio dedicato alle famiglie e ai bambini realizzato da Tantintenti Scs Onlus.

INFORMAZIONI

Apertura tutte le domeniche
Date: 17 maggio – 16 novembre 2025
Orari: 14.30 – 18.30
Ingresso: intero €7 | ridotto €5

Aperture straordinarie: Sabato 17-24-31 maggio | Lunedì 2 giugno, Sabato 7 giugno | Sabato 11-18-25 ottobre | Sabato 1-8-15 novembre

Ad agosto aperto tutti i giorni

Casa Zegna – Via Marconi, 23 – Trivero Valdilana (Biella)
tel. +39 015 7591463

Il progetto di Francesco Jodice nato per Oasi Zegna intreccia tre racconti visivi dedicati alla natura, alla fabbrica e alla comunità di questo territorio. Tre progetti fotografici indipendenti ma al contempo indissolubilmente legati da una visione in cui il rapporto tra il luogo, la sua vita produttiva, il contesto naturale e i suoi abitanti offre uno spaccato al contempo poetico e puntuale di una realtà unica

Ilaria Bonacossa

L'ARTISTA

Francesco Jodice

Francesco Jodice (Napoli 1967) vive e lavora a Milano. Nel 1995, dopo la laurea in architettura, si dedica alle prime ricerche artistiche utilizzando i media della fotografia e del video. Nel 1999 partecipa alla costituzione del collettivo Multiplicity. Tra il 1996 e il 2004, il rapporto tra i grandi paesaggi urbani e le comunità è al centro della sua ricerca, come testimoniano i progetti What We Want, The Secret Traces e The Morocco Affair. In seguito, l’attenzione di Jodice si rivolge alle diverse culture antropologiche in relazione ai nuovi fenomeni di megapolitismo. A questo periodo appartengono Hikikomori, Ritratti di classe e la trilogia di film Citytellers. Dal 2008 la geopolitica è al centro delle ricerche dell’artista. L’analisi della crisi del sistema Occidente porta alla realizzazione di film, installazioni e progetti fotografici quali Atlante, American Recordings, Rivoluzioni e il più recente West. Jodice intende la pratica dell’arte come una poetica civile, i suoi processi artistici promuovono forme e modelli di partecipazione del pubblico. Esempi di questa attività sono presenti nei progetti La notte del drive-in. Milano spara, Babel e Scenario. Insegna al Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali e al Master in Photography and Visual Design presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Ha partecipato a esposizioni collettive quali documenta Kassel, la Biennale di Venezia, la Biennale di São Paulo, la Triennale dell’ICP di New York, la biennale di Liverpool, e la Biennale di Yinchuan. Ha esposto al Castello di Rivoli (Rivoli, Torino), alla Tate Modern (Londra) e al Prado (Madrid). Tra i suoi progetti principali l’atlante fotografico What We Want, un osservatorio sulle modificazioni del paesaggio in quanto proiezione dei desideri collettivi, l’archivio di pedinamenti urbani The Secret Traces e la trilogia di film sulle nuove forme di urbanesimo: Citytellers. I suoi lavori più recenti – Atlante, American Recordings, Rivoluzioni e West – esplorano i possibili scenari futuri dell’Occidente. Nel 2022, con il supporto dell’Italian Council, conclude il progetto West, una ricerca decennale sull’immaginario che la storia americana ha generato e diffuso in tutto il mondo e sulle ragioni del collasso di questo impero attraverso l’investigazione della sua simbologia. Le sue opere sono parte di numerose collezioni pubbliche italiane ed internazionali.