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E il giardino creò l’uomo

Dal 20 Maggio al 12 Novembre, inizia un nuovo capitolo del percorso tra arte e natura con un progetto appositamente concepito per Casa Zegna dall’artista Roberto Coda Zabetta.

Arte, uomo e natura; fragilità e istinto di protezione. L’artista presenta presso Casa Zegna le opere Frana e Fango, creando una sorta di “giardino selvatico”: nel lavoro di Coda Zabetta la natura è evocata tramite l’uso di un’esplosiva carica cromatica e di materia densa che si accumula sulla tela.

Il titolo della mostra prende ispirazione dal libro “E il giardino creò l’uomo” di Jorn de Précy (1912), filosofo e giardiniere appassionato vissuto tra Otto e Novecento. Nel breve libro di de Précy viene messo in evidenza come da millenni l’uomo abbia modellato la natura per creare il proprio habitat, costruendo, ricostruendo e manipolando la Terra dimenticandone gli equilibri e le esigenze.

A fronte della travolgente crisi climatica contemporanea le parole di de Précy risuonano inquietantemente profetiche: sembra che la nostra vita sul pianeta sia ormai diventata insostenibile. Le forze della natura non possono essere arginate: ciò si manifesta non solo nel riscaldamento globale, ma nelle terribili catastrofi naturali che ricordano agli umani sia la loro fragilità, che quella dell’ecosistema che invece dovrebbero proteggere e tutelare, non sfruttare senza pensieri per le conseguenze.

Come de Précy, l’imprenditore Ermenegildo Zegna a inizio ‘900 vide in anticipo queste crisi e l’Oasi Zegna, oggi ancora più preziosa, ne è la grande testimonianza.

Nel suo libro de Précy sostiene che l’uomo per essere giardiniere e creare un vero giardino debba ascoltare la natura e il genius loci. L’uomo non deve mai ostacolare le forze che operano in natura, bensì lavorare con esse.

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Informazioni e orari di apertura

“La forza atavica di queste tele ci sorprende, come se la materia fosse ancora in movimento e l’artista avesse solo fermato un moto magmatico creato da terre e pigmenti, lasciando le opere aperte a trasformarsi con il cambio di luce delle giornate come veri paesaggi naturali. I riferimenti alle terre di Burri e alle cromie della pittura rinascimentale aprono a una dimensione spirituale della pittura di cui sembriamo aver sempre più bisogno nella frenesia delle immagini in movimento”

Ilaria Bonacossa

L'ARTISTA

Roberto Coda Zabetta

Roberto Coda Zabetta (1975, Biella) è stato assistente presso lo Studio di Aldo Mondino dal 1995 al 2005. Vive e lavora tra Milano e Loretello (Marche). Le sue opere sono state esposte in gallerie e musei nazionali e internazionali come: Museo d’ Arte Contemporanea Villa Croce, Genova (2016); Fondazione Mudima, Milano (2015); Palazzo Barbarigo Minotto, Venezia (2015); The Shit Museum, Piacenza (2015); MAC-Museo d’Arte Contemporanea, Brasile (2012); Museo di Palazzo Reale, Milano (2010); Museo della Certosa, Capri (2011); Indonesian National Gallery, Jakarta (2009); The David Roberts Foundation, London (2008). Ha collaborato su progetti esterni per il Museo Madre di Napoli, Il Teatro India di Roma, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e la Triennale di Milano. L’artista è stato selezionato per vari premi, fra cui quelli promossi da Cittadellarte – Fondazione Michelangelo Pistoletto, Biella; Dena Foundation, Parigi; BP Portrait Award National Portrait Gallery, Londra; XIV Quadriennale, Roma; P.S.I. Italian Bureau, New York; American Academy, Roma. Da cinque anni l’artista realizza grandi progetti di arte pubblica denominati CANTIERI, che coinvolgono pittura, architettura, ambiente naturale e paesaggio; gli ultimi due sono stati realizzati a Portivy in Bretagna e a Milano.