Cerca
Close this search box.

Artigianato tessile e arte in dialogo per la mostra di Emilio Vavarella

Intervista a Barbara Guarducci, direttore creativo di mending for good, che ha collaborato con l’artista Emilio Vavarella per la mostra “l’altra forma delle cose (aas47692 / picea abies)”

Per la mostra “L’altra forma delle cose (AAS47692 / Picea abies)” visitabile a casa Zegna fino al 13 novembre, l’artista Emilio Vavarella si è avvalso della collaborazione di “Mending for good”, la piattaforma che valorizza l’artigianato tessile di eccellenza ridando vita agli scarti di produzione dei brand della moda.

Abbiamo intervistato Barbara Guarducci, direttore creativo di Mending for good, per approfondire il loro coinvolgimento:

Come nasce Mending for good e quali sono i suoi obiettivi?

Mending for good è un progetto le cui attività si fondano su un’idea di moda onesta, creando pratiche virtuose che valorizzano l’artigianato tessile di eccellenza, raccontando storie di riuso creativo dei materiali e inclusività, in cui etica ed estetica si fondono con rigore. Mending for good collabora con una rete di artigiani esperti e cooperative sociali selezionate implementando progetti tessili dal design originale. Ogni laboratorio è specializzato in tecniche differenti: ricamo, pittura o tessitura a mano, intreccio, ferri e uncinetto, etc…

Come nasce la collaborazione con la Fondazione Zegna e in particolare per la mostra di Emilio Vavarella?

Nella progettazione della mostra, Emilio stava sviluppando una serie di opere elaborate a mano e grazie all’esperienza degli artigiani che fanno parte della nostra rete, Mending for good ha coordinato i processi di lavorazione a stampa, la tessitura a mano e il ricamo. Emilio è un artista molto esigente e scrupoloso, per cui il nostro ruolo è stato quello di entrare in sintonia con lui, capire quello che desiderava e trasformarlo in qualcosa di materiale. Solitamente il nostro ruolo è tradurre un’esigenza di un brand o di un designer, e in questo caso trasformare l’idea dell’artista in qualcosa di concreto è stato particolarmente stimolante. Abbiamo lavorato per creare dei tessuti in collaborazione con San Patrignano che potessero essere stampati con le opere di Emilio, e abbiamo sperimentato diverse tecniche di stampa sui tessuti BielMonte, la lana proveniente dalle pecore dell’Oasi Zegna, ottenendo risultati diversi e uno di questi tessuti è stato ricamato a mano.

Quali sono state le modalità di intervento sul tessuto e come avete interagito con Emilio? 

Seguendo le direttive dell’artista ma allo stesso tempo esprimendo la propria creatività, l’opera stampata su tessuto BielMonte è stata impreziosita dal ricamo a punti a punti liberi effettuato da Song, una giovane artigiana coreana che vive a Firenze. Il lavoro è stato sfidante perché la stampa dei pixel del disegno era molto piccola e per completare il ricamo sono stati necessari due mesi di lavoro. Dopo aver condiviso la scelta dei colori, Emilio si è aperto a soluzioni tecniche che erano parte delle nostre competenze affidandosi all’esperienza degli stampatori, dei tessitori e infine all’abilità di Song.

C’è un aspetto in particolare che vi ha affascinato e arricchito nella collaborazione con l’artista? 

E’ stata la prima volta che Mending for good ha avuto l’opportunità di collaborare con il mondo dell’arte e questo ci permesso di ampliare le nostre prospettive e le nostre conoscenze: raramente, nel mondo della moda, c’è la possibilità di lavorare così in profondità e con i tempi che l’artigianato e il “fatto  mano” richiedono. Comprendere l’intento dell’artista, condividere la scelta dei colori, osservare come la stampa del disegno assumesse tonalità diverse a seconda della tipologia di tessuto utilizzata, ci ha permesso di dare vita a qualcosa di completamente nuovo.

Apertura: tutte le domeniche fino al 13 novembre, dalle 11 alle 17.
Ad agosto aperto tutti i giorni.
Tel. 015 7591463, casazegna@fondazionezegna.org
Ingresso: 5 euro

Casa Zegna, via G. Marconi 23, Trivero Valdilana

Ultime news